maternità
di carlo della corte scrittore
'Partorirai con dolore'. D'accordo, i
libri di Javeh lo sostengono e i millenni l'hanno
verificato. Ma dopo? Dopo, quando il mondo era
ancora albale, il rapporto madre e figlio si
instaurava come uno dei momenti quasi sempre più
tenaci e soddisfatti per entrambi, finché
nella società occidentale, dalla tragedia
greca a Shakespeare, le colpe della civiltà
non incrinarono con incesti e conseguenti tragedie,
un rapporto edenico, che terminava solo con la
crescita e il distacco dalla famiglia dei figli.
Oggi alcuni paesi dell'occidente sono a crescita
demografica zero; da parte nostra (contraria, per i
suoi principi, la chiesa) si predica
l'autosterilizzazione. Siamo in troppi, nel mondo,
per mangiare tutti. Insomma, diciamo il vero, la
maternità è impopolare e i bidoni
delle immondizie si caricano tragicamente di
neonati.
Ma nei paesi dove certi messaggi, certi
allarmi, pur giusti, non pervengono o ancora non si
trasformano in coscienza popolare, il primitivo
rapporto madre-figlio conserva tuttora, dov'è
possibile, i suoi toccanti, forse incoscienti e
spensierati rapporti primari.
Ed è curiosa
e bella, con alcune immagini particolarmente
splendide, rubate come un safari fotografico tra gli
esseri umani, questa scorribanda che ha per
epicentro il Terzo Mondo eseguita fortunosamente e a
volte avventurosamente dalla veneziana Etta Lisa
Basaldella: la poetica della maternità,
sfrondata di crucci e rischi, ha qualcosa di
primordiale e magico, dal Guatemala al Tibet,
dall'Ecuador all'India, dalla Papua
Nuova Guinea al
Messico, dal Perù a Sri Lanka, dallo Yemen al
Nepal...
E' come scorporare e scorticare un atto
primario, togliendogli le sue implicazioni
aggiuntive, con il loro potenziale di riduttività,
anche se la ragione ha le sue forzate e, ahimè,
ragioni. Ma in nome di essa, stiamo rischiando di
dimenticare certe altre ragioni che ormai ci
sembrano aliene e che pure ci hanno nutrito almeno
per millenni. L'aria che circonda le immagini di
Etta Lisa, anche se si può indovinare attorno
una realtà degradata, ha una grazia
indicibile, colta nel suo essere sul momento, quasi
prima che un dubbio, un ripensamento, la possa far
tramontare.
E, per assurdo, in questo mondo dei
nostri anni, poco amato dai bianchi, salvo qualche
missionario o qualche prezioso laico, si riproducono
situazioni pittoriche della più grande
tradizione anche nostrana: la teoria delle maternità
mariane, con i culmini dei Lippi e dei Giambellino,
per citare due tra i più noti e poetici
madonnari, esecutori di commissioni ma ugualmente
pervasi di indiscussa poesia.
La viaggiatrice
Etta Lisa dimostra di avere il taglio preciso, secco
e imperturbabile: basta un dettaglio, una mano, nel
Mali, sopra la testa di un bimbo aggrappato al
corpo
materno. Ed è già storia: storia di
ieri ma con propaggini di verità anche dentro
questo contestatissimo oggi.